La giornata inaugurale di Assisi Suono Sacro apre con un calendario ricco di appuntamenti: dalla musica rivoluzionaria alla natura magnificata dalla musica con un concerto ispirato a San Francesco. Alle 15.00 Perugia, presso l’Accademia di Belle Arti, il Festival aderirà all’evento 432 Rivoluzione Musicale. Alle 18.00 ad Assisi, nella Piazza del Comune e più precisamente presso la Sala Pinacoteca, Sala delle Volte e Sala delle Logge, si potrà partecipare a diverse iniziative: l’inaugurazione del “Pittura per un suono povero”, a cura di Terra d’Arte con opere di Antonio Folichetti, Emiliano Yuri Paolini, Oscar Piattella e Turi Sottile che presenterà fra le proprie opere Icona Informale per “Notre Musique”, offerta al Festival per questa edizione 2015. E un appuntamento con la “Poesia sacra” in collaborazione con il Concorso Internazionale di poesia sacra di Montefalco. A conclusione della giornata alle ore 21.00 sempre ad Assisi, presso la Sala San Gregorio si potrà assistere alla Conferenza-concerto “San Francesco: la manifestazione divina della natura magnificata dalla musica.” Una produzione Art Residence Pro Vobis con le musiche di Händel, Schumann, Liszt, Debussy, Messiaen. Ad esibirsi Anne-Claire Despretz (soprano), Emilie Pierrel (flauto), Estelle Gerthoffert e Nicolas Husser (pianoforte).
Una sorta di passeggiata musicale quella che Assisi Suono Sacro propone e che invita l’ascoltatore ad afferrare l’essenza delle differenti lodi alla natura grazie all’interpretazione vocale o strumentale di opere scelte ravvivate di una riflessione sulla spiritualità secondo le epoche.
San Francesco intrattiene rapporti molto stretti con la natura. Dalla sua più tenera infanzia giace in un ambiente naturale verdeggiante fino a predicare un giorno agli uccelli. Si rivolge così a Dio mettendo tutta la sua fiducia nella Creazione. E Dio lo sente! Dio sente i canti di San Francesco come un tempo sentiva i Salmi di Davide: « Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra »
Tuttavia, San Francesco non è il solo a comprendere che la musica è una preghiera, che la musica è il dono dell’uomo a Dio, il Suo linguaggio universale e diretto. Mendelssohn afferma con Eichendorff che la natura è il trampolino dell’anima verso i cieli.
D’altronde, come risentire la chiamata degli uccelli o dei fiori se non addirittura attraverso l’eco vibratoria della musica? Schumann, Liszt o Messiaen tentano di accordare le loro armonie sul linguaggio celeste. Ma la natura svela molto di più della sua presenza sensibile; nasconde talvolta misteri che altre credenze avvicinano. E al di là del cristianesimo, i musicisti esplorano l’universo dei miti e leggende di cui la natura è la culla. Così Debussy indovina le fate nelle erbe allo stesso titolo che sente i profumi nell’aria della sera.
Turi Sottile
Le opere di Turi Sottile sono presenti nelle più importanti collezioni pubbliche e private del mondo. Grande inventore di tecniche nuove la sua opera matura, soprattutto, testimonia della possibilità del colore nell’arte, non come prestazione effettistica, ma come la rara coesistenza in esso di segno pittorico e timbro musicale. La biografia dell’artista siciliano si incapsula nell’opera come esperienza del viaggio intorno al mondo e come purificazione testimoniata. Siamo agli inizi degli anni Settanta. Dieci anni di viaggio continuo, insegna, assorbe. Due i luoghi che più d’altri lasciano in lui il segno curativo. In sud America, Turi diventa membro della Biennale di Architettura Urbanistica di Buenos Aires, dipinge, insegna, apprende. In Russia visita le più importanti scuole di icone e, lavorando in una bottega artigiana, ne assorbe la tecnica di “scrittura”. In Italia, dopo il decennio nomade l’ardore giovanile è scomparso. La ricerca matura di testure, trasparenze, velature, luce, materiali ha finito per togliere alla pittura il genere artistico: la riuscita estetica di diverse opere di Turi Sottile è la smentita vivente della tela tradizionale nel suo insopportabile programma d’esser supporto al genio. Microballs, iridescenze, rifrangenze, occasionano esperienze di luce che piegano l’inevitabile mobilità corporea del fruitore in riflessi quieti dell’opera, restituendo la cifra increata di timbri che un semplice autore “creativo” non potrebbe nemmeno immaginare. Da qualche anno Turi Sottile è direttore artistico di Terra d’Arte.