In questo percorso – tenuto e diretto da Matteo Silva – svilupperemo alcune tecniche vocali strettamente legate alla meditazione e alla scoperta delle qualità intrinseche del suono.

Sarà un viaggio nel mondo del canto difonico (o degli armonici vocali), luogo mentale e fisico tanto affascinante quanto sconosciuto, che si snoda tra riconoscimento, studio, esercizio e pratica dei suoni armonici vocali. Ogni suono che il nostro orecchio percepisce come singolo, in realtà è una sovrapposizione di più toni, chiamati anche ipertoni o parziali, i quali risuonano contemporaneamente al suono generatore, ma con differenti frequenze ed intensità. Riuscire ad allenare l’orecchio a riconoscere ed ascoltare ognuno di questi singoli suoni, è un esercizio straordinario, una vera magia sonora, a cavallo tra il puro piacere fisico e la profondità di un’esperienza spirituale, un vero e proprio “Yoga del Suono” parte dell’antica tradizione vedica del “Nada Yoga”.

Il corso vuole essere soprattutto un omaggio a una prassi compositiva ed esecutiva antichissima, utilizzata da sciamani e guaritori in vari contesti tribali in tutto il mondo; in particolar modo è parte integrante della musica popolare e rituale in Mongolia, Repubblica di Tuva e Siberia, ma anche in Marocco e Repubblica Centroafricana, in tutta la regione andina fra il Perù e la Bolivia, ma anche in Australia, sebbene mediata da aerofoni quali il Didjeridoo e lo Yydaki.  Tutto questo ha poi finito per essere inglobato e sviluppato in ambiti contemporanei occidentali, a cominciare dal 1976, anno in cui Stockhausen compose Stimmung, composizione che si avvale di tecniche particolarmente elaborate di canto difonico e in seguito da vari musicisti e compositori fra i quali spiccano certamente David Hykes e l’Harmonic Choir, Roberto Laneri e Michael Vetter.

Sarà quindi un percorso didattico, teorico e pratico al termine del quale lo studente sarà in possesso di tutta la conoscenza teorica necessaria e soprattutto avrà fatto molta pratica individuale e di gruppo. Sapere ascoltare, sentire e infine saper dare più o meno rilievo ai suoni armonici con la propria voce è un’esperienza magica e gratificante, che oltre a migliorare il timbro, rilassa e induce alla contemplazione tanto che viene utilizzata anche come tecnica vocale all’interno di alcuni percorsi di musicoterapia.